GINO AVELLA

Un uomo, la sua passione per Cava de’ Tirreni, il suo agire con onestà e trasparenza. E’ riduttivo racchiudere la figura di Gino Avella (a sinistra nella foto con Raffaele Fiorillo, ex Sindaco di Cava de’ Tirreni)  in queste poche affermazioni. Chi ha avuto modo di conoscerlo, magari lo ricorda dagli schermi televisivi, quando da Quarta Rete dibatteva di calcio o della Festa di Castello. C’è chi, invece, ripensa a Gino Avella come professore di educazione fisica, allenatore di calcio e basket, come un semplice volontario alla “Nostra Famiglia” e ai pistonieri Santa Maria del Rovo.

Insomma, una figura a tutto tondo, ma soprattutto un punto di riferimento per Cava de’ Tirreni, la cui mancanza sta pesando tanto proprio alla crescita culturale della città. La sua è stata un’esistenza che ha lasciato un segno indelebile.

Gino Avella nasce il 12 gennaio del 1943 e, dopo una breve esperienza presso l’Accademia Navale di Livorno, decide di iscriversi all’ISEF dove, all’età di 24 anni, ottiene l’abilitazione iniziando ad insegnare e arrivando presto alla sezione distaccata del Liceo Scientifico di Cava.

Dopo ben 10 anni di fidanzamento, il 2 settembre del 1971 sposa Rosanna De Felicis. La vita familiare e professionale inizia ad abbinarsi, con ottimi risultati, ai mille impegni sociali e sportivi. Dal basket al calcio, nelle vesti di preparatore atletico per la “Real” Cavese della serie B targata Rino Santin.

Nel frattempo, l’esperienza radiofonica e quella televisiva, che fanno da prologo a quelle di presentatore e maestro di cerimonie, rappresentano già l’altra faccia di Gino. Quella formale, ma non troppo. Il suo stile inconfondibile nel dissertare su eventi sportivi e non, nel rafforzare l’immagine provinciale di Quarta Rete e, di conseguenza, quella di Cava, nel far crescere il Torneo Internazionale di Calcio Giovanile, con l’amico Giovanni Bisogno, e nel promuovere scambi culturali soprattutto con Castellon de La Plana (Spagna), restano il testamento spirituale di un uomo, capace di apparire forte nonostante una ferita profonda e lacerante, provocata dalla prematura morte del primogenito Mauro. Un dolore nascosto in maniera perfetta dalle sue innate qualità.

Poi la malattia, improvvisa e, purtroppo, inarrestabile arriva anche per lui. Gino Avella muore nella notte del 22 maggio 2002.

Una vita piena di momenti forti, contrassegnata in maniera indelebile da quell’impegno sociale di cui si è fatto autentico portavoce.

Tra le tante dimostrazioni di affetto, resta quella emblematica dell’Ente “Città Regia”: “L’uomo non è più, restano le sue idee, i suoi ideali e i suoi insegnamenti. Sono e saranno il suo testamento per tutti noi, per quei valori continueremo a combattere”.